Le isole Canarie possono offrire un sistema fiscale estremamente vantaggioso, pur non rientrando all’interno della Black List, ovvero della lista nera dei paradisi fiscali.
Ciò è reso possibile dal fatto che l’arcipelago, pur facendo parte a pieno titolo della Spagna e quindi aderendo anch’esso all’Unione Europea, è posizionato in una delle cosiddette zone ultra periferiche, quelle che possono applicare un regime fiscale estremamente conveniente non solo nei confronti di quello iberico, ma anche della grande maggioranza degli stati europei.
La fiscalità è uno degli aspetti in assoluto più convenienti del particolare status delle Canarie, tanto da essere considerate l’area continentale che gode del miglior regime speciale finalizzato alla crescita dell’attività economica.
Regime Fiscale Canarie
Il sistema fiscale delle Canarie va sotto il nome di Regime Economico e Fiscale (REF).
Esso è strutturato su una zona ZEC (Zona Speciale Canaria), sulla RIC (Riserva per gli Investimenti alle Canarie) sulla DIC (diminuzione dell’imposta per gli investimenti alle Canarie) e sull’IGC, una sorta di IVA che però viaggia su livelli notevolmente più contenuti.
Andiamo a vedere quindi nel dettaglio il sistema fiscale e a cercare di capirne meglio il funzionamento.
La zona ZEC
La zona ZEC (Zona Speciale Canaria) è stata oggetto di speciale autorizzazione da parte della Commissione Europea nel corso del 2000 e rappresenta una zona a fiscalità ridotta ideata all’interno del REF proprio al fine di dare un decisivo impulso allo sviluppo non solo economico, ma anche sociale dell’arcipelago.
Per poter operare al suo interno, è necessario essere riconosciuti come impresa commerciale, industriale o dedita alla fornitura di servizi. Inoltre è obbligatorio che l’azienda sia di nuova costituzione e abbia domicilio e sede all’interno dell’arcipelago.
In alternativa, almeno uno degli amministratori deve avere residenza nelle Canarie.
Altra obbligazione è quella relativa alla necessità di realizzare un’investimento nel corso del primo biennio pari al almeno 100mila euro all’interno delle isole di Tenerife o Gran Canaria, oppure della metà nelle altre isole, oltre a creare non meno di cinque nuovi posti di lavoro nelle isole maggiori, oppure tre in quelle minori.
Chi riesce ad accedere alla zona ZEC viene ricompensato da un’aliquota agevolata del 4%.
La RIC
Altro pilastro del regime fiscale delle Canarie è la RIC o riserva per investimenti nelle Canarie, istituita con il preciso scopo di rendere più agevole l’autofinanziamento delle imprese per gli investimenti.
A beneficiarne sono non solo le società, ma anche le persone giuridiche soggette all’imposta sul reddito delle società e quelle fisiche sottoposte invece all’imposta diretta sui redditi.
Per poterne beneficiare, l’impresa deve avere perlomeno un sito produttivo permanente in loco, avendone in cambio una consistente riduzione della base imponibile, che può arrivare sino al 90% degli utili reinvestiti nell’arcipelago.
Generalmente la liquidità destinata al RIC deve tradursi in acquisizione di beni nuovi o usati nella fase dell’investimento iniziale, per creare posti di lavoro, al fine di acquisire nuovi elementi patrimoniali o per sottoscrivere azioni o partecipazioni in società.
Operazioni che devono concretizzarsi entro un termine di 4 anni dalla data di accantonamento.
La DIC
La DIC ( diminuzione dell’imposta per gli investimenti alle Canarie) presenta un funzionamento analogo a quello del RIC, andando però ad agire direttamente sulla tassa.
Il 30% di imposta che deriverebbe dall’applicazione della corrispettiva aliquota non va infatti versata ove venga reinvestita in beni patrimoniali, per essere accantonata in una riserva creata appositamente.
L’IGC e la tassazione su società e autonomi
L’IGC è l’imposta indiretta gravante sulle transazioni che avvengono tra coloro che hanno residenza nell’arcipelago e la sua aliquota si attesta al 7% della somma impiegata.
Per quanto riguarda i lavoratori autonomi, nella categoria rientrano sia i liberi professionisti che gli imprenditori.
Mentre alle imprese viene applicata l’imposizione diretta o quella oggettiva, che consiste in un’aliquota del 2% sulla base imponibile, i liberi professionisti sono soggetti esclusivamente alla prima, con l’applicazione che corrisponde al loro scaglione di reddito.
Va anche aggiunto che sulla base del Real Decreto-ley 4/2013, emanato il 22 febbraio del 2013, nel primo biennio le imprese, ove risultino in attivo, vengono sottoposte ad aliquota ridotta, ovvero il 15%. Una volta finito il biennio, la tassazione prevede una imposta del 25%.
Fonte: Canarie Consulting