L’espressione “anno sabbatico” è diffusa e conosciuta un po’ da tutti: significa prendersi un anno lontano da studi e lavoro, di solito per viaggiare o per seguire progetti personali. Non tutti sanno, però, che l’anno sabbatico è anche regolamentato per legge. Non sei costretto a mollare il lavoro, se non desideri farlo, anche se la scelta prevede regole stringenti.
Anno sabbatico dal lavoro? Si può!
In Italia, l’anno sabbatico è una relativa novità. La possibilità di interrompere la carriera lavorativa è stata infatti introdotta nel 2000, con la legge numero 53. Questa regola anche altri tipi di interruzione della carriera, come i congedi parentali e quelli per gravi motivi familiari.
Per ottenere un anno sabbatico, detto anche gap year, devi rispettare i seguenti requisiti:
- lavorare in azienda da almeno 5 anni;
- inoltrare una richiesta nella quale presenti un progetto dettagliato di quello che farai nell’anno di pausa, con obiettivi e motivazioni;
- presentare la domanda almeno 30 giorni prima dell’inizio previsto;
- avere l’autorizzazione dell’azienda, che può negare il permesso o rinviarlo secondo necessità;
- nel corso dell’anno sabbatico, non puoi né fatturare né percepire contributi pensionistici né lavorare per altri;
- non averlo mai chiesto in passato, quanto meno in quella azienda. L’unico modo per chiederlo una seconda volta è cambiare azienda e lavorarci per almeno 5 anni.
L’anno di pausa non è retribuito e non ti fa maturare ferie. In compenso, lo si può ripartire in più periodi e al ritorno puoi riprendere il tuo posto di lavoro. Inoltre, l’ultimo punto non vale per i docenti universitari, che possono chiedere un congedo retribuito 2 volte ogni 10 anni, a patto che lo dedichino a ricerca e aggiornamento.
Cosa succede dal punto di vista fiscale, durante l’anno sabbatico
Come detto sopra, in questo anno di pausa non sei pagato e non puoi svolgere alcuna attività lavorativa. Di conseguenza, anche i tuoi contributi pensionistici vengono messi in stand-by, a meno che tu non decida diversamente. Se lo desideri, puoi infatti continuare a versare i tuoi contributi per tutto il periodo di tempo. Dato che non avrai un introito fisso, potrebbe essere un po’ più complicato, ma ricorda che è una possibilità.
Essendo un anno nel quale non guadagnerai nulla, almeno dal punto di vista economico, la legge prevede un piccolo cuscinetto. In vista dell’anno sabbatico, puoi chiedere alla tua azienda un anticipo del 70% sul TFR, a patto che tu sia dipendente da almeno 8 anni. Se sei in azienda da meno anni, purtroppo non hai diritto a questo aiuto.
Cosa puoi fare durante l’anno sabbatico
Se parliamo di anno sabbatico dal lavoro, le finalità sono praticamente sempre di tipo formativo. Puoi usare questo anno di pausa per imparare una nuova lingua, magari andando all’estero per provarla sul posto. Puoi usarlo anche per acquisire nuove competenze, da usare sul posto di lavoro che già hai o per avviare un’impresa tua. Volendo, l’anno sabbatico è un’occasione anche per intraprendere esperienze nel sociale.
Se non sei legato a un’azienda perché sei uno studente o un libero professionista, sei ovviamente esentato da tutte le regole viste sopra. In questo caso, l’anno sabbatico può essere anche un’occasione per viaggiare o per sperimentare nuove forme di impresa. Puoi fatturare e lavorare come dipendente, se il tuo progetto lo prevede: non c’è nessuna legge che ti lega.
L’anno sabbatico “ufficioso” è legato soprattutto al periodo post diploma e post laurea. Alcuni lo sconsigliano perché costringe a entrare dopo nel mondo del lavoro. Molti altri mettono però in luce come questa pausa aiuti a schiarirsi le idee, consentendoti di scegliere la strada più adatta a te.
Meglio rimandare la scelta dell’università di un anno, piuttosto che intraprende una carriera fallimentare.