Quando ci si rivolge al chirurgo estetico, solitamente, lo si fa per migliorare quello che noi (delle volte solo noi) e gli altri percepiscono come un difetto. Un naso troppo pronunciato, delle orecchie a sventola, oppure un mento inesistente, occhi eccessivamente gonfi, rughe, Insomma, tutti questi vengono considerati inestetismi con i quali molti non riescono proprio a convivere e quindi si rivolgono al chirurgo per trovare una soluzione opportuna per il loro problema. Il più delle volte tutto va bene, il difetto viene sistemato e il paziente può tornare a casa e riprendere la sua vita normale. Delle volte però capita che qualcosa non vada per il verso giusto e che l’intervento, invece di migliorare il difetto, crei un danno ancora più grave a chi vi si sottopone.
Chirurgia estetica danni collaterali prevedibili e non
Ci sono casi in cui è il chirurgo stesso a mettere in guardia il paziente spiegandogli quali sono i rischi che eventualmente potrebbe correre se si sottoponesse a un determinato intervento. Lì sta al paziente decidere se valga la pena rischiare o meno, ma il chirurgo, dal canto suo, è a posto, ha fatto il suo dovere di medico e ha fornito per tempo le informazioni. Ci sono però medici con una preparazione approssimativa, o che hanno maturato poca esperienza o che per un qualsiasi motivo commettono una leggerezza. Sono diversi, purtroppo, i casi di malpractise medica legati alla chirurgia estetica.
Un caso che ha fatto scalpore, perché è passato anche per i vari salotti pomeridiani nelle TV, è quello di una donna che si era sottoposta a quelle che apparentemente sembrano innocue iniezione di filler. Il filler è una sostanza biocompatibile che viene iniettata sotto la cute in modo da distendere le rughe e rimpolpare le zone dove il tempo sta indebolendo le strutture, come zigomi, mento, fronte. Cosa succede? Succede che però alla donna viene iniettato del silicone, sostanza ormai in disuso da diversi anni dato che si è scoperto essere nociva in quanto, col tempo, tende a spostarsi dalla sede di inoculazione e va a sedimentare altrove creando terribili inestetismi.
“Sono diventata un mostro”
Questo è esattamente quello che è successo alla donna in questione. Qualche mese dopo l’applicazione del filler, il suo volto ha iniziato a modificarsi. Nel viso hanno iniziato a formarsi come delle bolle, some se sotto la cute le fossero stati impiantati dei piccoli fagioli che creavano quindi dei rigonfiamenti insoliti. La dona era dunque a andata a farsi visitare appunto dal chirurgo che l’aveva operata, ma questi, invece di porre rimedio, aveva insistito nell’iniettarle dell’altro filler, ovviamente altro silicone, che come si può immaginare ha un costo decisamente inferiore a quello del collagene.
Il danno questa volta è stato ancora più grave perché dopo pochissimi giorni il viso della donna si è completamente deformato al punto da farla sembrare un mostro come lei stessa si era definita. Corsa ai ripari da un altro chirurgo, questi non aveva potuto fare altro che constatare il danno e cercare di asportare quanto più silicone possibile.
Si deve chiedere un risarcimento
In questi casi la richiesta di risarcimento è assolutamente necessaria e serve per pagarsi le cure, che nel caso della donna non sono state di certo poche, diciamo che tutt’ora sta procedendo con la rimozione del silicone e con terapie riabilitative. Ottenere un risarcimento non è una strada in discesa, per questo ci si può rivolgere a dei legali che ci tutelino, per maggiori informazioni www.marcoboero.com.